Sfruttando la formula del crowdfunding, chi investe porta a casa anche il merito di aver scoperto e seguito l’artista dal giorno zero, partecipando attivamente al suo successo, e l’interprete il plus di aver iniziato a fidelizzare un fandom grazie al modello Listen and earn: se più persone hanno un interesse economico per una canzone, maggiore sarà l’impegno nella promozione del pezzo. Se un ascoltatore investe su un nome o un brano, in automatico penserà anche a strategie vincenti per promuoverlo. Dalle storie su Instagram a brevi video su TikTok, passando per metodi più vintage come il passaparola. Un marketing accertato garantisce notorietà e ascolti crescenti, quindi guadagni crescenti. Insomma, il numero di streaming incide in maniera significativa su quanti soldi finiranno nelle casse degli utenti (e chiaramente di chi ha lavorato sul prodotto) e questo dà loro la motivazione giusta per dargli visibilità e diffonderlo su più canali.

Una vetrina anche per etichette discografiche e produttori

Ma non è tutto. La piattaforma, infatti, si propone di diventare trampolino di lancio anche per le label indie. «Abbiamo intenzione di diventare anche un partner per le etichette discografiche indipendenti, che negli ultimi anni fanno molta più fatica a competere con le major», sottolineano Tamburi e Fundarò. «A chi vuole aprire un’etichetta, proponiamo di affiancarsi a noi perché acquisire gli artisti costa meno, inserirsi nel business è più semplice e possono crescere più velocemente, facendo i conti con meno incombenze strutturali». Una chance estesa anche ai produttori, che possono fare network e farsi conoscere in modo da stringere rapporti professionali e firmare nuove collaborazioni.

Il successo del primo album OG Sessions

Non si tratta solo di slogan. E lo dimostra l’iniziativa pensata per il lancio di OG Music. Il team ha ideato un format originale, OG Sessions, una sorta di ritiro musicale che a luglio ha coinvolto 15 tra i nomi più interessanti della nuova scena, tra produttori, interpreti e musicisti. Una quattro giorni di idee ed esperimenti che ha portato alla nascita di nove brani raccolti in un album, distribuito da Artist First e disponibile su tutte le piattaforme digitali a partire dal 17 novembre. «Dal 16 novembre gli utenti hanno avuto la possibilità di investire sull’album e in un paio d’ore abbiamo già venduto tutti i diritti», aggiungono. «Ora usciremo col rimanente 50 per cento dei diritti, suddivisi in canzoni. Chi vorrà potrà investire sui singoli brani e decidere di puntare sull’uno o l’altro pezzo».

Gli obiettivi futuri

E per gli anni che verranno, qual è la tabella di marcia? Muoversi gradualmente anche su altri mercati europei è sicuramente un traguardo da raggiungere. Ma non è l’unico. «Nella musica le cose non sono così veloci come in ambiti come la tecnologia, quindi l’obiettivo a medio-termine è validare l’idea: se al fan interessa, se all’artista piace, si può trovare un compromesso e creare valore aggiunto per entrambi. Questo è quello che faremo coi primi cinque o dieci progetti su cui lavoreremo nel prossimo anno», concludono.

«L’obiettivo a lungo termine, invece, è sicuramente espandersi su mercati adiacenti a quello italiano, dopo aver chiuso un round di investimento. Pensiamo tendenzialmente alla Francia, anche se lì c’è già un player ben assestato, partito con un venture capital consistente. Quindi, ci sembra difficile poter lottare su quel terreno. E l’Inghilterra che, al contrario, non ha una piattaforma del genere e vanta artisti davvero interessanti». La priorità resta, però, quella che li ha animati sin dall’inizio dell’avventura: «Riuscire tra 2024 e 2025 ad aiutare più di 100 artisti emergenti a finanziare i loro progetti e valutare se siamo effettivamente in grado di dare ai fan buone possibilità di trovare quelli con un buon potenziale di crescita».



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