Nata come neobank otto anni fa, si è evoluta proponendosi come superapp, un’applicazione con servizi diversificati integrati con quelli finanziari. Ora Revolut cambia candidandosi a diventare una app bancaria a tutto tondo con l’ambizione di essere il conto primario per i suoi clienti, oltre trenta milioni nel mondo, un milione e mezzo in Italia, con un’offerta ampliata di prodotti ad alto tasso di localizzazione. In questa logica nasce una vera e propria filiale italiana, con l’obiettivo di ampliare l’offerta per gli utenti di un mercato di digital banking in fermento. «L’Italia è il settimo mercato come utenti per Revolut a livello globale ed è quello a maggior potenzialità in Europa: lo conferma anche l’attivismo di nuovi e vecchi player in ambito digitale», afferma Maurizio Talarico, fresco di nomina alla guida della nuova branch.

I tempi e gli obiettivi

La sfida si gioca sul filo di un’offerta che punta ad ampliarsi a tutti i servizi di una banca tradizionale, con l’introduzione dell’Iban italiano e il lancio dei prestiti personali. Per il lending l’obiettivo è la prima metà dell’anno prossimo: Revolut potrà fornire prestiti fino a 75mila euro sulla base della “passaportazione” della sua licenza bancaria in Lituania che già permette di operare nell’intera Unione europea. Un po’ più complesso il passaggio all’Iban italiano, per il quale è necessaria una licenza bancaria italiana: «Abbiamo già avviato i contatti con Banca d’Italia, presentato richiesta, ci auguriamo che i tempi non siano lunghi: l’analisi riguarda l’Iban e l’integrazione con il sistema nazionale di pagamenti interbancari», prosegue Talarico, fiducioso di poter far leva sulla licenza lituana già in essere per arrivare a una conclusione nel primo semestre 2024, entro il quale Revolut punta a raggiungere i due milioni di clienti. Nulla è scontato, visto che la stessa Revolut è in attesa da tempo del via libera alla licenza bancaria Uk per problemi di trasparenza dei bilanci, ma la Brexit l’ha privata della stampella lituana da cui partire e tutto è più complicato.

I servizi

Già oggi la challenging bank londinese può operare con domiciliazione di bollette, accredito di stipendio, fatturazione per le aziende, ma tutti questi servizi sono condizionati dall’Iban lituano, di fronte al quale il datore di lavoro o le aziende rimangono perplesse. L’adozione dell’Iban nazionale diventa quindi lo spartiacque verso una nuova immagine di Revolut come prima banca, basata sulla localizzazione dei prodotti di pari passo con il rafforzamento del team italiano, oggi costituito da una decina di persone, e un investimento in marketing raddoppiato quest’anno a 10 milioni di euro dai 5 dell’anno scorso.

La “discriminazione” dell’Iban vale anche per le imprese, che hanno superato la quota di mezzo milione a livello globale: «Anche in Italia Revolut è focalizzata su Pmi dei settori turismo, manifatturiero, import/export e marketing digitale, che ricercano semplicità e mobilità nel loro rapporto con la banca», aggiunge Talarico, sottolineando come pure per gli utenti business si procederà nel senso dell’ampliamento dei servizi a livello locale per abilitare la loro attività.

Focus sugli utenti

D’altra parte proprio la focalizzazione sulle esigenze degli utenti, retail o business che siano, rimane il fattore determinante per il successo in un mercato sempre più competitivo: «A fare la differenza è la capacità di rispondere ai bisogni delle persone in maniera rapida, semplice ed efficiente, mettendo tutti i servizi a portata dell’utente, per poi andare a risolvere i problemi più sofisticati», sintetizza il nuovo responsabile di Revolut Italia. In questo senso oggi l’offerta della superapp-banca digitale punta sulla riduzione dei costi e l’offerta di servizi a commissioni azzerate, anche per PagoPA e bonifici istantanei. Sulla remunerazione del conto corrente si vedrà più avanti.



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