«Le priorità sono chiare ma servono risposte. Sono stati anni impegnativi, la mia è stata una crescita umana e professionale enorme, che mi ha arricchito tantissimo: in provincia dovremmo lavorare avendo come riferimento il sistema Unindustria»
«II punto è quello che ho sottolineato nei mesi scorsi: lascerò al mio successore la stessa lista di priorità che ho ricevuto da Giovanni Turriziani, il mio predecessore, dal quale ho raccolto il testimone nel 2020».
Il mandato quadriennale di Miriam Diurni, Presidente di Unindustria Frosinone, volge al termine: il prossimo Consiglio Generale di Unindustria del 12 settembre 2024 approverà il programma del Presidente designato Giuseppe Biazzo, la sua squadra e le relative deleghe, da sottoporre al voto conclusivo dell’assemblea elettiva dell’Associazione, prevista il 24 settembre.
Frosinone, tanti i temi da affrontare:
«II sistema economico locale della Ciociaria ha sempre avuto due settori di eccellenza: il chimico-farmaceutico e l’automotive“, dice Diurni. “Oggi la situazione è questa: sul chimico-farmaceutico in tanti vogliono investire, mentre l’automotive risente di una crisi mondiale, europea e nazionale. Oltre ad un contesto geopolitico che non avevamo mai conosciuto. Ci sono quindi due velocità e questo vuoi dire che servirebbero risposte diverse e scelte mirate. Il problema di questo territorio è che i tempi sono sempre lunghissimi e regna sovrano l’immobilismo. Non cambia mai nulla ed è su questo che ho spesso chiamato in causa la classe dirigente politica. La crisi strutturale dell’automotive e i tanti blocchi e i troppi ritardi sul fronte delle risposte a chi vorrebbe investire nel chimico-farmaceutico sono tematiche che andrebbero affrontate…ieri. Invece siamo alle prese sempre con i soliti problemi. Ottenere un’autorizzazione ambientale (fondamentale per le imprese) richiede costantemente tempi biblici. Nessun passo avanti, neppure dai punto di vista normativo perché la semplificazione non c’è stata. Poi abbiamo a che fare con la carenza di infrastrutture. Ripeto un concetto più volte sottolineato: un potenziamento forte sul versante dei depuratori aiuterebbe moltissimo. Intanto perché le infrastrutture pubbliche velocizzerebbero di molto alcuni processi. Inoltre ci sarebbe un miglioramento netto sul versante dell’ambiente. Invece rimane tutto fermo».
Sulla riperimetrazione del Sin Valle del Sacco
«Qualche piccolo passetto in avanti si sta facendo. Per esempio sento che si comincia a parlare di perequazione. Ma sono passetti. Il punto è che per troppo tempo le decisioni politiche non ci sono state. Oppure, quando ci sono state, sono arrivate con tempi incompatibili con la volontà di investire».
La Stazione Tav in Ciociaria
«È una priorità assoluta, sarebbe come l’autostrada del Sole negli anni ’60. Non ho cambiato idea: andrebbe considerata come un’opera di bacino, a servizio anche della provincia di Latina e di alcune zone dell’Abruzzo e del Molise. Sono sicura che uno studio di fattibilità confermerebbe che l’opera è sostenibile. Sono anni che insistiamo su questo punto. Rappresenterebbe una svolta sotto ogni punto di vista».
L’importanza del ciclo di smaltimento dei rifiuti sul piano economico e ambientale
«È un tema decisivo. Pure in questo caso però in provincia di Frosinone scontiamo visioni campanilistiche improntate alla logica “non nel mio giardino”. Poi ci sono quelli che ho già definito i “professionisti del no”, che si oppongono a tutto. Spesso a prescindere. In altre realtà italiane non è così, c’è una collaborazione vera. Personalmente ritengo, in generale, che gli impianti di prossimità sarebbero importanti. Ovviamente nel pieno rispetto delle normative ambientali. In Ciociaria ci lamentiamo tutti sia della qualità dell’aria, sia del fatto che ormai da anni il ciclo di smaltimento non si chiude nel territorio e ciò comporti, tra le altre cose, delle vere e proprie stangate sui cittadini e sulle imprese. Poi però quando si tratta di entrare direttamente nel tema, i “distinguo” si moltiplicano. Bisognerebbe lavorare di più come sistema territoriale, senza campanilismi. E l’intuizione del mio predecessore Giovanni Turriziani sull’Area Vasta era e resta giusta. Sul turismo non si può non ragionare in termini di Area Vasta. Gli esempi potrebbero essere tantissimi».
Il valore aggiunto di Unindustria
«Intanto la continuità. E poi la partecipazione degli associati. D’altronde la scelta di un’associazione unica per tutte le province si è dimostrata vincente. Ecco perché a mio giudizio in provincia di Frosinone dovremo tutti lavorare avendo come riferimento il sistema Unindustria».
Miriam Diurni è Presidente della Territoriale di Frosinone dal 2020. Sono stati anni impegnativi: la pandemia da Covid-19, le guerre alle porte dell’Europa, l’aumento delle materie prime e dell’energia. Che bilancio traccia di questo quadriennio?
«Indubbiamente sono stati anni impegnativi. Abbiamo fatto diverse cose, altre no. Però vorrei soffermarmi un attimo sull’esperienza: una crescita umana e professionale enorme, che mi ha arricchito tantissimo sotto ogni punto di vista. Ho avuto la possibilità dì poter allargare i miei orizzonti e di approfondire la conoscenza di un territorio che esprime tante eccellenze».
Su quali versanti bisognerà agire in futuro
La parola chiave è una soprattutto: sostenibilìtà. Poi naturalmente occorreranno politiche di sviluppo più eque. Per quanto concerne la nostra provincia, sono convinta che sarebbe fondamentale e avere sempre più corsi universitari. La formazione e la conoscenza, le competenze, il sapere, lo studio sono elementi che faranno sempre la differenza».
Conclude Diurni, nuovo presidente dell’Istituto Meccatronico del Lazio, fiore all’occhiello nel panorama della formazione: «Questa provincia ha bisogno di una vera e forte politica industriale, perfino di un piano di manutenzione di politica industriale. Il futuro di Unindustria è in ottime mani».
L’intervista completa, a cura di Corrado Trento per Ciociaria Oggi, è disponibile in allegato.