Confindustria: nuove infrastrutture per connettere le filiere del Lazio e dell’Abruzzo. Strade, ferrovie e reti digitali per sviluppare l’automotive, la farmaceutica e l’aerospazio

Passa per le infrastrutture lo sviluppo del Centro Italia, dalla connessione più stretta tra i due mari, Tirreno e Adriatico, per dare slancio al Pil, al commercio, alle filiere industriali, recuperando il tempo perduto dopo la crisi Covid.

 

Ne sono convinti sia il Presidente di Unindustria, Angelo Camilli, che il suo collega di Confindustria Abruzzo, Silvano Pagliuca, che vogliono mettere più benzina nel motore dell’economia di questa aerea strategica per il Paese. Come? Partendo proprio da un rapporto più stretto.

 

Il prolungamento

Del resto è stato proprio il Consiglio europeo ad approvare lo scorso giugno la revisione della Rete transeuropea dei trasporti, la rete infrastrutturale e di servizi chiamata a garantire una connettività sostenibile in tutta Europa senza interruzioni fisiche, strozzature e collegamenti mancanti. E tra le novità più evidenti oltre al previsto inserimento del Porto di Civitavecchia nell’ambito del corridoio “Scandinavo Mediterraneo”, c’è il prolungamento del Corridoio Mar Baltico Mar Adriatico fino a Bari. Prima, come noto, si fermava ad Ancona. Il Centro Italia viene così interessato da ben due corridoi d’interesse internazionale. Tutto questo mette ancora più in risalto la necessità di sviluppare sinergia tra Lazio e l’Abruzzo favorendo il potenziamento del tessuto industriale. Spinta forte quindi alla logistica.

 

Migliorare la connessione non solo rafforzerebbe le singole economie regionali, ma contribuirebbe anche come fattore attrattivo a consolidare una serie di investimenti. Trasversali che non sono chiamate solamente a connettere i due mari e con essi i corridoi europei Scandinavo Mediterraneo, Baltico adriatico, ma anche la direttrice centrale che da Terni in Umbria tocca Rieti, prosegue per Avezzano e raggiunge Sora e la valle de LiriDirettrice che tocca importanti realtà industriali fondamentali per una politica chiamata a lottare contro lo spopolamento delle aree interne della dorsale appenninica. Come sistema delle imprese – spiegano le due associazioni – dobbiamo sostenere e accompagnare sia le opere di adeguamento dell’autostrada A24-25, sia le opere chiamate in misura determinante a migliorare i livelli prestazionali della tratta ferroviaria Roma- Pescara.

 

«La recente revisione della rete Ten-t – sottolinea Angelo Camilli al Messaggero – valorizza il centro Italia che viene così interessato da ben due corridoi d’interesse internazionale, uno tirrenico, l’altro adriatico, in grado di connettere le regioni centrali con il resto d’Europa. Tutto questo mette ancora più in risalto l’esigenza strategica di connettere in maniera strutturale il Lazio e l’Abruzzo favorendo e sviluppando le potenziali sinergie dei rispettivi tessuti produttivi e trovando in una logistica integrata un fattore di competitività. Occorre quindi lavorare per favorire una pianificazione infrastrutturale condivisa, servizi alle imprese, digitalizzazione, rivolgendosi alle filiere che le due regioni condividono come l’automotive, la farmaceutica e l’aerospazio, ma anche la carta e l’agroalimentareL’obiettivo strategico è quello di collegare le direttrici di traffico e con esse i centri urbani e logistici, che devono poter consolidare le merci per trasferirle verso i mercati di distribuzione in maniera sostenibile, sia dal punto di vista economico, sia ambientale. Seguendo questo percorso sicuramente daremo all’Italia centrale quella spinta sulla propria competitività e produttività per attrarre maggiori investimenti che porterebbero dei benefici significativi a queste due importanti regioni, rendendo tutto il centro Italia molto più dinamico e attrattivo».

 

Sulla stessa linea Pagliuca: «Le infrastrutture sono il cuore pulsante dell’economia. Nel Lazio e in Abruzzo la trasversalità delle reti stradali, ferroviarie e intermodali è fondamentale per la competitività delle imprese e la qualità della vita dei cittadini. Due regioni geograficamente a cerniera d’Italia, che, grazie alla trasversalità, potranno unire due mari nel tratto più breve del Paese (190 km), collegando Roma e Pescara in un corridoio funzionale al corridoio europeo intermodale, Barcellona-Civitavecchia-Pescara-Ortona-Ploce, in sostituzione del corridoio 5, ora tutto su gomma. La visione è Ortona come porto di Roma sull’Adriatico e l’aeroporto d’Abruzzo di fatto come Attraverso investimenti mirati, possiamo collegare le città, i porti e le zone industriali, facilitando lo scambio di beni e servizi». Una sinergia – conclude – che creerà un ambiente favorevole agli investimenti e stimolerà la crescita economica. La modernizzazione delle infrastrutture può contribuire a ridurre le disuguaglianze regionali, promuovere lo sviluppo sostenibile, l’innovazione e la resilienza, anche per le aree interne, alimentando così il PIL del centro Italia creando una grande piattaforma logistica del Centro Italia verso i Balcani e verso il basso Mediterraneo. Perché le imprese abruzzesi hanno potenziali di crescita enormi (parlo di eccellenze mondiali nei settori automotive, chimico farmaceutico, elettronico, design e moda, agroalimentare), ma devono essere messe in grado di ottimizzare le spese logistiche per essere maggiormente competitive».

 

In allegato l’articolo a cura di Umberto Mancini per Il Messaggero.



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