Nuova fase di maturazione per gli investimenti dei venture capital in healthcare e life sciences. E’ arrivata l’ora di una razionalizzazione del comparto attraverso una selezione naturale, che porterà alla crescita dei fondi più strutturati e con ritorni interessanti e alla seleziona naturale di quanti non reggono il passo con la richiesta di capitali delle aziende del settore impegnate in investimenti di ricerca e sviluppo. Il 2025, quindi, è atteso come l’anno in cui il numero di deal e dei fondi sarà inferiore al passato, ma le dimensioni dei fundraising e degli investimenti cresceranno.
Il peso dell’healthcare sui del dei venture capital
Il panorama del venture capital nel settore healthcare e life sciences subirà una significativa trasformazione nel 2025, secondo l’ultimo report di PitchBook sulle prospettive per il prossimo anno, caratterizzandosi per un numero inferiore di operazioni ma di maggiore portata e per la raccolta di fondi più consistenti. Gli investitori si concentreranno sempre di più su opportunità in fase avanzata, ad alta intensità di capitale, con solide evidenze cliniche e percorsi più chiari verso la commercializzazione, consolidando le risorse nei progetti con il maggiore potenziale di crescita, secondo gli analisti. Questo spostamento verso una maggiore concentrazione è il risultato di una convergenza di tendenze storiche, pressioni macroeconomiche e dinamiche settoriali, con il segmento delle life sciences che guiderà il cambiamento del panorama di investimenti.
Tradizionalmente gli investimenti dei fondi di venture capital nelle life sciences si sono focalizzati nella ricerca di un’ampia gamma di opportunità di scelta di aziende impegnate nelle fasi iniziali di ricerca. Negli ultimi anni, però, questo modello ha subito una trasformazione significativa. Per comprendere l’evoluzione è necessario tornare al periodo della pandemia, quando le aizende del comparto life sciences hanno registrato un aumento senza precedenti dell’attività dei venture capital, trainata dall’urgente domanda globale di diagnostica, vaccini e trattamenti. Basti pensare che nel terzo trimestre del 2020, il numero di operazioni dei fondi nel settore ha raggiunto l’8,2% del totale delle attività totali, mentre il valore delle operazioni è salito al 17,7%. Le due percentuali rappresentano il massimo storico toccato dal comparto, grazie agli investimenti in biopharma, medtech e salute digitale.
Per avere un termine di paragone nel terzo trimestre del 2024 il numero di operazioni è sceso al 5,6% del totale degli investimenti dei venture capital e il valore delle operazioni si è stabilizzato al 13%. «Questa normalizzazione riflette una minore urgenza legata agli investimenti correlati alla pandemia e una crescente competizione da parte di altri settori in forte crescita, come l’intelligenza artificiale (AI) e il fintech» sottolinea il report.
Gli investimenti in life sciences
Più in generale nel contesto più ampio dell’healthcare, le life sciences rappresentavano il 43,3% delle operazioni dei venture capital nel secondo trimestre del 2020, per poi scendere al 34,2% nel terzo trimestre del 2024. Nonostante il calo del numero di operazioni, il segmento delle life sciences ha mantenuto una quota comunque elevata sul valore totale delle operazioni, stabilizzandosi oltre il 65%. «Questo divario evidenzia la natura ad alta intensità di capitale degli investimenti in biotech e medtech, che richiedono finanziamenti significativi per la ricerca avanzata, le sperimentazioni cliniche e le capacità produttive» sottolineano gli analisti di PitchBook.