Il fondo Blacksheep MadTech ha chiuso la raccolta in anticipo (era prevista per giugno 2024) con sottoscrizioni per quasi 50 milioni di euro. Si tratta del primo fondo di venture capital verticale specializzato in investimenti in tecnologie digitali applicate a marketing e advertising. Gestito da EUREKA! Venture Sgr, il fondo è supportato da Cassa Depositi e Prestiti, in qualità di anchor investor, e investe in aziende europee ad alto potenziale tecnologico in grado di cogliere le opportunità di sviluppo di un mercato trainato dalla rivoluzione digitale in atto nell’industria del marketing.

Strategie di investimento

«D

ei di 50 milioni di euro, raccolti abbiamo investito circa il 55% in 11 operazioni realizzate in Europa in poco meno di due anni» commenta Umberto Bottesini, co-founder & managing partner di BlackSheep, proseguendo poi: «
Operiamo come lead investors, ossia mettendo la cifra più consistente dell’investimento. Prendiamo solitamente una quota di minoranza dell’azienda in cui investiamo, ma cerchiamo sempre di rilevare delle quote qualificate, pari o superiori al 20% del valore della società. Il nostro ticket medio va dai 2 ai 6 milioni di euro investiti. Questo può far capire il target medio dei nostri investimenti, ovvero startup già mature, prossime a lanciarsi sul mercato internazionale (EU) o addirittura globale».

Il fondo ha già realizzato due exit: la prima è Scibids, società francese che è stata rilevata per 125 milioni di dollari da DoubleVerify, big tech statunitense quotata al Nyse; la seconda è Roibox, piattaforma lettone che è stata acquisita da Jakala, grande gruppo americano tra i primi cinque player mondiali del digitale.

Il supporto alle startup

«Diamo tre tipi di supporto alle aziende in cui investiamo: il primo è quello finanziario, ma per noi non è il più importante. Quello che ci contraddistingue è il nostro track record personale, essendo professionisti con 20 anni di esperienza nel settore del digital marketing. Diamo quindi anche un supporto commerciale, aiutando le società ad entrare in contatto con coloro che saranno gli utilizzatori delle loro soluzioni. Infine, diamo un supporto alle relazioni industriali: le soluzioni prodotte delle nostre startup, lavorano in interoperabilità con le tecnologie dei grandi player di mercato, come Google, Meta o Microsoft. Grazie ai nostri rapporti privilegiati con questi big possiamo creare un ponte tra le nostre aziende e loro, agevolando le interlocuzioni tra le due parti» spiega Bottesini, che conclude «Nel caso in cui il fondo sia lead investor assumiamo una posizione attiva nel board (board seat). Nel caso in cui il fondo sia follower, pur non sedendo nel consiglio, chiediamo di avere un board observer per ottenere report dettagliati sull’andamento dell’azienda in cui abbiamo investito».

Il settore del digital marketing

«Noi vediamo un netto miglioramento nel livello di maturazione del sistema digital marketing italiano. Ogni anno vediamo ridurre il gap che ci differenziava con gli altri Paesi Europei e soprattutto con gli Stati Uniti, che hanno sempre avuto un ruolo dominante in questo settore» osserva Bottesini, aggiungendo poi: «Pensiamo che ci siano buone prospettive di crescita, considerando che ormai anche in Italia il digitale è diventato il primo canale di dialogo tra le aziende e i consumatori. Conferma ancora una volta la sua rilevanza nel panorama pubblicitario italiano, raggiungendo un totale di 4,84 miliardi di euro, con un aumento del 8% rispetto al 2022, equivalente a circa 370 milioni di euro in più in investimenti assoluti. Si sta assistendo a una trasformazione dei concetti e dei confini tradizionali legati al web e alle app, al desktop e al mobile. La convergenza mediatica tra la TV digitale e quella tradizionale sta aprendo nuove opportunità per gli inserzionisti».



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