Il 2023 si conferma anno horribilis per gli investimenti e quelli dedicati a startup e innovazione non sono esenti dal trend negativo. Lo conferma il report annuale del fondo di investimento Atomico, State of European Tech 2023, che intende fare una fotografia sull’ecosistema tecnologico europeo credibile e trasparente, basato sui dati e redatto con l’apporto di data partner che comprendono dealroom.co, Invest Europe, S&P Global Market Intelligence, Pitchbook, Preqin, Revelio Labs e Crunchbase.
Dal rapporto – che è ha integrato i dati dell’indagine con un’analisi qualitativa e interviste a oltre 35 figure leader dell’ecosistema tech europeo – emerge che gli investimenti nel settore europeo della tecnologia sono quasi dimezzati rispetto all’anno scorso, passando dagli 82 miliardi di dollari del 2022 ai 45 miliardi del 2023, con un calo del 45% del capitale totale investito in Europa, complice anche un notevole calo della partecipazione degli investitori statunitensi sia nelle fasi iniziali che in quelle finali. Effetto che ha comportare anche un rallentamento dei megaround, ovvero i round da 100 milioni di dollari e oltre, con solo 36 megaround chiusi contro i 163 del 2022 e i quasi 200 del 2021.
Ma guardando oltre i dati, nonostante la media mondiale scesa del 39%, il settore tech europeo tiene e, per la prima volta, l’Europa supera gli USA nella creazione di startup registrando il record storico di fundraising da parte dei Venture Capital, con 108 miliardi di dollari. Un comparto resiliente che dà lavoro a oltre 2 milioni di persone.
Tom Wehmeier, Partner, Head of Intelligence di Atomico e co-autore del rapporto, ha dichiarato: «Il rapporto di quest’anno mostra che i fondatori e i talenti in Europa si stanno assumendo dei rischi e stanno affrontando i problemi più complessi, come l’IA, il clima e la salute. Ora dobbiamo allargare ulteriormente questa disponibilità ad assumersi rischi e abbracciare maggiormente il potenziale a nostra disposizione. Dobbiamo costruire un panorama di investitori che corrisponda davvero alle ambizioni dei nostri fondatori. Attualmente, le imprese hanno ancora il 40% in più di probabilità di essere finanziate negli Stati Uniti piuttosto che in Europa e i nostri mercati pubblici continuano a trattenersi nei confronti del settore tech. Le aziende europee possono fare di più per impiegare la loro liquidità nella trasformazione digitale e il panorama normativo per abbracciare e incentivare l’innovazione. Riusciremo a cogliere fino in fondo il valore delle nostre opportunità tecnologiche solo se tutti gli elementi dell’ecosistema saranno pronti a mettersi in gioco».

Italia al 5° posto nella creazione di startup

Nel nostro paese il settore tecnologico si conferma vivace – un comparto con più di 40.000 aziende che impiega 78.000 persone – aggiudicandosi un mediano 5° posto in Ue per creazione di startup e il 7° posto per aziende tecnologiche finanziate (per un totale di 0,89 miliardi di dollari di investimenti). Purtroppo all’Italia è andato solo 1 dei 36 megaround da 100 milioni di dollari e oltre realizzati in Europa nel 2023. La gemma più brillante è D-Orbit, realtà italiana attiva nel settore della space-tech tra le più promettenti a livello internazionale, che ha di recente ricevuto anche fondi UE per 350 milioni di euro dopo il programma di accelerazione lanciato dall’European Innovation Council (Eic). Tornando ai dati, in Italia sono stati investiti 0,93 miliardi di dollari, un valore seppur in calo rispetto ai 2,4 miliardi di dollari del 2022 (-61%), ma in aumento del 26% rispetto al 2020 (0,74 miliardi di dollari). La Spagna ha fatto meglio registrando livelli di investimento pari a 1,6 miliardi di dollari, in calo del 42% rispetto allo scorso anno (2,7 miliardi di dollari) ma in aumento del 21% rispetto ai livelli del 2020 (1,32 miliardi di dollari). In ogni caso, si tratta comunque del terzo anno più importante per il settore tecnologico europeo dall’inizio delle rilevazioni, il che indica che l’ecosistema rimane resiliente e si sta correggendo dopo i picchi del 2021 e dell’inizio del 2022.

L’accesso ai capitali rimane più difficile in Europa rispetto agli USA

Nell’indagine State of European Tech, l’80% dei founder interpellati ha dichiarato di trovare più difficile raccogliere capitali e di aver dovuto modificare le proprie aspettative per i round di finanziamento. In termini di numero di aziende che ricevono finanziamenti, l’Italia si colloca nella top 10, al settimo posto. Dal punto di vista del numero di aziende tech finanziate e non finanziate in Europa, l’Italia è al quarto posto (40.773) e la Spagna al quinto (32.468). Questo indica quanto l’Europa meridionale potrebbe prosperare con un maggiore accesso ai capitali.Quest’anno l’Europa ha superato gli Stati Uniti in termini di formazione di nuove startup tech, con una stima rispettivamente di 14.000 e 13.000 nuovi founder. Tuttavia, grazie al maggiore accesso ai capitali nell’ecosistema statunitense, le startup tecnologiche americane hanno il 40% in più di probabilità di ottenere finanziamenti con capitale di rischio entro cinque anni dalla fondazione. Questo nonostante il fatto che, una volta che le aziende si assicurano un primo round di investimenti Seed, la probabilità di raggiungere una valutazione di un miliardo di dollari è la stessa in Europa che negli Stati Uniti. È quindi evidente la necessità di garantire alle startup europee lo stesso accesso al capitale, e quindi alle opportunità, delle loro controparti statunitensi. Questo problema è particolarmente sentito nell’Europa meridionale che, se rappresenta il 4% del PIL mondiale, riceve solo l’1% degli investimenti tecnologici privati globali, il che suggerisce come l’accesso al capitale sia una vera sfida per la regione.

I talenti sono ancora attratti dal settore tech

Nonostante i licenziamenti dell’inizio dell’anno, si è registrata una crescita netta del numero di persone che lavorano nel settore tecnologico europeo, il che significa che il tasso di creazione di nuovi posti di lavoro sta più che compensando i licenziamenti. Negli ultimi cinque anni, l’industria tecnologica europea ha incrementato la propria forza lavoro da 750.000 dipendenti a oltre 2,3 milioni. In Italia il numero dei lavoratori del settore è superiore a 78.000 unità, in Spagna a 126.000, in Portogallo è pari a 31.415. I talenti di tutto il mondo stanno attraversando le frontiere per unirsi alla scena tecnologica europea. I dati di quest’anno mostrano che l’Europa è un beneficiario netto di talenti del settore provenienti dagli Stati Uniti. L’Italia ha guadagnato 20.000 dipendenti netti, mentre la Spagna ne ha guadagnati 25.000 netti. Le startup early-stage rappresentano quasi il doppio dei nuovi ingressi nel settore tecnologico in ogni trimestre di quest’anno, rispetto alle aziende growth-stage, indicando quanto sia diventato critico l’ecosistema early-stage per la crescita dei posti di lavoro. In Europa il picco dei licenziamenti è stato raggiunto nel maggio 2023. Da quel picco, i licenziamenti si sono stabilizzati, anche se si prevede che ne seguiranno altri nel nuovo anno.

Ai: L’Europa ha il potenziale per diventare leader nel settore

Sono 11 le società specializzate in Ai – di cui sette che hanno raggiunto una valutazione di 1 miliardo di dollari, tra cui DeepL, Helsing.ai, Synthesia e Quantexa – che sono riuscite a raccogliere megaround quest’anno, nonostante il calo generale dei livelli di finanziamento. Non a caso l’intelligenza artificiale è il maggior tema di finanziamento a livello Seed, con l’11% dei round sotto i 5 milioni di dollari, mentre sempre più aziende sfruttano le innovazioni di quest’anno nei grandi modelli linguistici. Ma non si tratta solo di una tendenza: l’Ai ha mantenuto una quota costante dei finanziamenti totali negli ultimi cinque anni. L’Europa, indicano i dati, è leader mondiale per quanto riguarda i talenti dell’Ai, con un aumento, nell’ultimo decennio, di oltre 10 volte il numero di persone che lavorano in posizioni legate all’Ai e vanta anche una popolazione residente di professionisti dell’IA altamente qualificati superiore a quella degli Stati Uniti. La Spagna vanta oltre 9.000 persone che lavorano nell’Ai, l’Italia 6.300, il Portogallo 2.000.Erin Platts, CEO di HSBC Innovation Banking, ha commentato: «Gli ultimi dati di Atomico mostrano che dovremmo essere orgogliosi della resilienza che il panorama delle imprese europee ha dimostrato e continuerà a dimostrare. L’Europa è all’avanguardia negli investimenti tecnologici purpose-driven, con la sostenibilità e il clima che hanno aumentato la loro quota di finanziamenti nell’ultimo decennio. È qualcosa di cui dovremmo essere collettivamente orgogliosi e che dovremmo continuare a favorire».Dello stesso avviso anche Chris Grew, Partner del Technology Companies Group di Orrick: «La comunità tecnologica europea continua a rivoluzionare, innovare e crescere. Imprenditori seriali e fondatori di nuova generazione collaborano e sfruttano la tecnologia per risolvere alcuni dei problemi più urgenti che dobbiamo affrontare. L’ecosistema si arricchisce sempre più di germogli: l’Europa è piena di incredibili opportunità. Ora bisogna solo coglierle».



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